Sorara-khai

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    Sorara-khai



    Posizione nella Via Lattea e Sistema planetario

    Il Sistema planetario di cui fa parte Sorara-khai trova, come il Sistema solare, in quel piccolo Braccio della Via Lattea denominato Sperone di Orione. Nello specifico, è situato all' interno della Nebulosa Testa di Cavallo, nella Costellazione di Orione, distante 1500 Anni-Luce dalla Terra. Le coordinate galattiche del pianeta sono uno-cinquanta-venti-uno-trenta per due-sei dal punto origine della Via Lattea.
    Il Sistema planetario è un sistema composto da una stella, chiamata Sorara-seen, quasi del tutto identica al Sole.
    Oltre a Sorara-khai ci sono altri due pianeti, entrambi molto distanti dalla stella e composti da polveri e detriti aggregati fra loro. Intorno a Sorara-khai e alla sua stella gravitano centinaia di milioni di piccoli asteroidi, pianetini e rocce sparse, che spesso collidono con il pianeta, venendo però distrutti facilmente dalla sua atmosfera.
    Il pianeta ha inoltre due satelliti, Ilyum e Jaqar.

    Breve storia e cronologia

    Sorara-khai ha ormai quasi 6000 anni e nasce come colonia umana dato che il pianeta è di composizione simile a quella terrestre per il fatto che è possibile respirare ossigeno. Quando gli umani vi si insediarono, sradicarono la primitiva razza dei papalliani, mutaforma ai cui danni venne commesso un genocidio in quanto ritenuti diversi e pericolosi. Alcuni di essi riuscirono a salvarsi assumendo sembianze umane e cambiando nome, accoppiandosi agli umani e trasmettendo il loro gene dominante a questi ultimi, dando una spinta alla loro evoluzione.
    Questi anni non sono i nostri: ad esempio il 2008 è inteso come 2008 anni dopo la nascita del pianeta e non il nostro 2008 d.C.
    Il 2008 papalliano è pari all'anno 4019 del Pianeta Terra.

    2008 - Colonizzazione di Sorara-khai da parte degli umani
    2010 - Genocidio dei papalliani
    2013 - Formazione delle tre grandi etnie umane e dell'etnia papalliana dei Salamander
    2521 - Battaglia di Danko che segna l'inizio della ribellione dei papalliani e istituzione dell'Impero Papalliano
    3005 - L'Ordine delle Valchirie si schiera a sostegno dell'Impero Papalliano
    3170 - Gli umani per sedare la rivolta accettano l'autorità dell'imperatore papalliano, relegandolo però a figura religiosa
    5811 - Imperatore riprende la totalità del potere ed emana un decreto secondo il quale mutaforma e umani devono godere degli stessi diritti

    Politica

    La loro gerarchia prevede un imperatore, il Sorara, entità che rinnova il proprio corpo ogni 50 anni ed è colui che ha garantito dei diritti alla minoranza dei mutaforma, accettati dagli umani a partire dal 5811. Ogni volta che l'imperatore rinnova il proprio corpo, assume le fattezze di un bambino che nel giro di cinque anni ha già raggiunto l'età adulta. Al di sotto dell’imperatore opera la famiglia reale formata dai figli che l’imperatore ha avuto con le sue 3477 mogli, sposata ciascuna una ad ogni anno dopo essere diventato imperatore. La famiglia reale ha il compito di garantire ordine e giustizia e far rispettare gli ordini dell’imperatore. Indipendenti dall’autorità dell’imperatore sono le amazzoni dell’est, le Ighneel, che osservano una propria gerarchia.

    Le Ighneel sono le nomadi dell’est, protettrici dei boschi e delle rigogliose foreste. Sono l'etnia più misteriosa e ambigua fra le quattro, nonché l'unica ad aver accolto apertamente i mutaforma come propri pari. La loro gerarchia è regolata dal matriarcato delle Valchirie, donne a capo di un ristretto gruppo di protettrici della foresta. Le Ighneel si giurano le une alle altre un patto di fiducia che dura fino alla morte e non v’è mai più di una truppa in un solo bosco o foresta, fatta eccezione che per quelle foreste di esagerata dimensione, come la Mahatamama. A capo di ogni gruppo vi è una donna, denominata la Valchiria, che comanda sulla sua squadra e che si occupa di compilare una pergamena che tenga conto di ogni minima variazione dell’ambiente e delle sue caratteristiche. Alla sua destra corre il Lupo, colei che riveste la funzione di guardia del corpo della Valchiria, mentre alla sua sinistra vola il Corvo, spia ed esploratrice per conto della donna, infine dietro a tutti trotta il Cavallo, l’esperta di guarigioni e colei che porta il cibo cacciato dalla Valchiria; il gruppo è quindi composto dalla Valchiria, tre ragazze Ighneel e i tre animali simbolici. Il loro compito è di contare quante uova ci sono nei nidi, tenere d’occhio la catena alimentare ed assicurarsi che non vi siano troppe morti innaturali, tenendo quindi alla larga i malfattori da quelle che le Ighneel considerano a tutti gli effetti le loro foreste. Nelle loro perlustrazioni saccheggiano le città abbandonate che trovano già divorate dalla Natura e riforniscono i Maiden di materiali che potrebbero rivendere.

    Questi ultimi sono un'altra etnia di Sorara-khai: i Maiden sono gli impavidi mercanti del mare, coloro che imparano a montare una cima ancora prima di conoscerne il nome. Sono pragmatici e concreti, affatto legati alle leggende come i Salamander e i Draekensang, ma al contrario estremamente materialisti e responsabili. I loro viaggi attraversano il grande Mare di Ghinga, ma sono anche fra i pochi che non hanno timore di addentrarsi in quegli oceani che stanno all’estremo ovest del mondo. Vivono costantemente in nave e i più anziani sembrano essere diventati un tutt’uno con la loro imbarcazione, tanto che arrivano a parlare di essa come se avesse un’anima e fosse in grado di avere sentimenti. I Maiden sono uomini di mare e devono il loro nome alle trenta vergini che nel 4826 vennero imbarcate da Mahatamama e spedite all'incontaminata Isola Acerbia, unica terra ancora non colonizzata da nessuno. La nave era stata affidata ad un giovane pilota spaziale, tale Richard O’Croole, che si fece vincere dalla lussuria e si portò a letto una dopo l’altra tutte le trenta vergini; la nave non arrivò mai a destinazione. C’è chi dice che scomparve tra i flutti di una violenta tempesta mentre altri sostengono che il marinaio e le vergini sotto falsa identità fossero sbarcati nelle terre dei Salamander e avessero ricominciato una vita lì, ma i Maiden sono fieri testimoni del fatto che la nave approdò casualmente all’Isola di Malcantra, una roccaforte naturale fatta di solita roccia che si erge esattamente nel mezzo del bacino del Mare di Ghinga, ma che rimase segreta negli anni a tutti coloro che non sapevano dove si trovasse. Secondo quanto riportato dai Maiden, il marinaio ebbe più rapporti con le vergini fino a riuscire a popolare metà delle cento stanze del maniero dell’isola, che si narra sia fatto esclusivamente di pietre preziose e che celi nelle sue segrete tanto oro da far sentire la persona più ricca del mondo nulla più che un vile mendicante. I figli e le figlie delle vergini impararono dal padre l’arte della navigazione ed a ciascuno di loro venne permesso di svelare ad una sola persona l’ubicazione dell’isola e dei suoi tesori, la persona con cui avrebbero scelto di vivere per tutta la loro vita. Proprio per questo i Maiden compiono viaggi solitari e la loro barca è proprio come una casa (o come un marito, o come una moglie, o come un figlio): a bordo di essa vi è il capitano e la sua consorte - il che vale anche per un capitano femmina e un consorte maschio. I loro commerci interessano tutte le città costiere di Sorara-khai dal momento che vendono qualsiasi tipo di manufatto, sia gli oggetti più utili che quelli acquistabili solo dai collezionisti. Non si fanno scrupoli nel commerciare ciò che è legale e ciò che non lo è, ciononostante non sono dei ladri o dei bugiardi ed ogni loro servizio richiede un prezzo, talvolta sin troppo salato. I Maiden occupano dunque il settore occidentale e le Ighneel quello orientale, ma nessuno osa addentrarsi nella zona dei deserti meridionali, dove i Salamander esercitano la loro supremazia.

    I Salamander, nomadi del Sud, sono una banda di allegri e spensierati perdigiorno, coloro che conoscono ogni granello di sabbia dei deserti e dei canyon del sud di questo mondo. Al contrario dei nomadi del nord, non sono in costante movimento: fanno delle tappe in tutte le cittadelle presenti nel deserto e nei canyon, fermandosi lì per una decina di giorni con le loro tende e tendoni prima di ripartire alla volta del Profondo Sud. Vagano per i territori afosi dove sabbia e rocce rendono indistinguibile il paesaggio, facendosi udire facilmente per i loro schiamazzi e le risate, ma anche per i versi di strane creature e animali: sono dei circensi che tengono nelle loro gabbie una grandissima varietà di animali e forme di vita primitive ed anche per questo il prezzo del loro biglietto è salato, ma gli spettacoli ne valgono davvero la pena. Ogni Salamander che si rispetti è in grado di imporsi e dominare almeno tre esemplari di una qualsiasi tra le creature del circo, facendosi rispettare da esse. I Salamander sono i nomadi più legati da un senso di fratellanza, provando profondo affetto l’uno per l’altro proprio a causa della pericolosità del loro mestiere: sebbene durante i loro spettacoli siano il divertimento e la spensieratezza a regnare sovrani, non pochi sono i Salamander morti per domare le creature del circo, con cui i nomadi sembrano quasi essere in grado di parlare. Per diventare a tutti gli effetti un membro del clan, però, è necessario catturare e portare al circo una nuova creatura (non per forza di una specie sconosciuta) totalmente sottomessa o con la quale sia stata comunque sviluppata una sorta di affinità. I Salamander prendono il loro nome da ciò che il circo era in origine: si dice che una carovana composta da quattro uomini a dorso di salamandre si aggirassero tra le dune, alla ricerca della mistica città di Arenoth. Si dice che in questa città (posta al centro esatto del più esteso deserto del mondo) sia stata sepolta dalle sabbie e che solo un uomo a metà fra la bestia e l’umano possa riportarla alla luce, mediante il sacrificio di una vergine. In quel giorno la dorata sabbia del deserto si tingerà di rosso e la mistica città tornerà a bruciare sotto il sole: si dice che al suo interno una fonte d’acqua pura sgorghi giorno e notte e che una corte di mille servitori prenderà vita dalle statue per servire il principe e la sua carovana. Da queste leggende sono nati i Salamander, legati indissolubilmente al circo di creature che marcia sotto i raggi del sole e della luna, alla ricerca della leggendaria Arenoth e della sua acqua. Sono l'unica etnia ad essere composta esclusivamente da papalliani.

    Al contrario, nel remoto Nord trovano posto i Draekensang. I nomadi del nord sono quelli più attaccati alle leggende raccontate attorno al fuoco, gli inflessibili sacerdoti guerrieri con il cuore di ghiaccio e gli occhi del colore della neve. I nomadi del Nord sono persone fredde e pragmatiche, talmente simili le une alle altre da far pensare che non siano altro che le brutte copie dei loro antenati. Le loro marce durano tutto l’anno e sono dedicate a numerose funzioni: sono gli unici in grado di tracciare mappe affidabili in quei territori così simili gli uni agli altri e grazie alla magia riescono a sopravvivere degnamente anche in ambienti in cui gli stranieri fanno fatica ad addentrarsi. Vengono anche chiamati “Veglianti della bufera” grazie alla loro conoscenza del territorio gelato a nord del Mare di Ghiga, ma preferiscono non parlare di quel posto perché pensano che porti sfortuna. Sono gente estremamente superstiziosa ed ogni sera si radunano attorno al fuoco per raccontarsi storie e leggende, alcune delle quali risalenti a molti secoli fa. Proprio ad una di queste leggende è dovuto il loro nome, Draekensang. Si dice che un giorno di moltissimi anni fa, due bambini figli di una famiglia purosangue si smarrirono nell’immenso deserto innevato dell’Alaska: essi vagarono tra la neve e il ghiaccio, più prossimi alla morte di quanto non lo sarebbero mai stati nemmeno in futuro. Malgrado tutto i due fratelli – questo erano – non si arresero e riuscirono a resistere esposti al freddo, alla sete e alla fame. Proprio quando ogni speranza iniziava ad essere smarrita, dinanzi a loro videro un drago dalle scaglie limpide come il cielo avanzare claudicante fino a farsi sempre più vicino: il mantello di sangue che lo rivestiva veniva alimentato dalle ali forate e dallo squarcio dipanato nel suo petto, dal quale brandelli di carne viva e pulsante oscillavano nel vuoto. Il drago aveva le fauci semiaperte e schiumanti mentre i suoi occhi socchiusi e lattiginosi parevano non essere più in grado di vedere alcunché: i bambini non riuscivano a capire cosa tenesse in vita quella maestosa creatura nella sua marcia attraverso il nord, ma la seguirono riscaldandosi contro il suo ventre e nutrendosi delle sue carni fino a crescere e diventare degli adulti, compagni di marcia del drago e protettori del nord. Si dice che dai rapporti tra i due bambini ne siano nati altri e che il drago un giorno sia scomparso, dissolvendosi nella neve – o forse divorato dall’esercito di bambini, ragazzi e adulti che era generato dai due fratelli. La macabra leggenda incalza lo spirito del nord: inflessibili, devoti alla marcia, senza pietà o compassione nei confronti di ciò che deve accadere. Questa e altre leggende vengono raccontate ogni notte, proprio nel momento in cui la neve sembra diventare nera come una pergamena su cui è stato versato troppo inchiostro: non è con promesse di serenità che vengono educati i nomadi del nord, bensì con il rispetto per il proprio dovere di continuare la marcia. In loro è infatti radicata la credenza che quando la marcia attraverso il nord verrà interrotta, sarà il giorno in cui finirà il mondo.

    Percentuale di papalliani per ogni etnia

    Draekensang - 15%
    Salamander - 100%
    Ighneel - 40%
    Maiden - 10%


    Idioma

    A partire dal 5811 Sorara-khai è stata unita sotto lo stesso idioma ma i mutaforma più vecchi mantengono il loro dialetto e sono riusciti a trasmettere i loro intercalari agli umani.
    “Posso chiamarti, uta e?” = "Posso chiamarti?"
    "Uta ti chiamo mo." = "Ti chiamo."
    "Uta non ti chiamo ra." = "Non ti chiamo."

    Parecchi quartieri della capitale sono abitati dalle minoranze, che vengono tenute separate dagli umani, come una seconda capitale dal nome Papalla II, la capitale gemella di nuova Helsinki, dove vivono gli umani.
    Solo durante le nozze dell’imperatore l’intera città si unisce come se tutti i suoi cittadini fossero uguali.


    Unità di misura temporali

    Su Sorara-khai il tempo si misura in maniera differente rispetto alla Terra.
    Dieci giorni formano una decimana e cinque decimane formano un pentale. In un anno ci sono dieci pentali, quindi in un anno ci sono 500 giorni. I pentali hanno nomi differenti a seconda della divinità che si prende in esame:

    Takarra-pen, consacrato agli agricoltori - Il mese del Seme
    Il primo mese dell’anno è dedicato a ciò che per i Papalliani è l’origine di tutto: il seme, la terra, le radici, l’origine. Il dio Takarra, cui è dedicato questo mese, è caratterizzato da una grande forza di volontà, umiltà, ma anche la voglia di contraddistinguersi, di elevarsi al di sopra della massa, nonché un grande senso di adattamento. È a lui che le persone si appellano se devono prendere una decisione. Durante questo mese gli agricoltori si occupano di mietere il raccolto e di smerciarlo ai commercianti: questo è anche il mese adatto a raccogliere i frutti dagli alberi e gli ortaggi dagli orti.

    Sefine-pen, consacrato ai pescatori - Il mese dell'Acqua
    Il secondo mese dell’anno è dedicato ai pescatori e all’acqua: ogni mattina vengono offerti antichi oggetti al mare, di modo che esso possa portarli via e offrirli come sorpresa ad altre persone. Per questo motivo non è inconsueto, durante il Sefine-pen, trovare doni sulla spiaggia portati dal mare.
    La dea Selfine, a cui questo mese rende onore, è la dea dell’acqua nota come persona ambigua, portata alla risata, misteriosa e carismatica, contraddistinta da un’energia strabordante che non la abbandona mai. È a lei che le persone si rivolgono se hanno problemi di salute.

    Mazmaza-pen, consacrato agli artigiani - Il mese della Brace
    Mazmaza è un dio irruento, aggressivo, battagliero. Il mese che onora Mazmaza è dedicato agli artigiani, i fabbri, i costruttori edili, gli inventori: tutti coloro che sfruttano l’abilità delle loro mani per costruire qualcosa di utile per gli altri. Mazmaza è un dio dalla grande abilità manuale, ma è anche il dio della bellezza estetica e della ricerca della perfezione esteriore: a lui le persone si rivolgono se vogliono migliorare il loro aspetto così come se vogliono vincere un contrasto con qualcuno. Mazmaza è rappresentato dall’indomabile fiamma che rappresenta la forza distruttrice e creatrice del fuoco, ma anche dalla brace quieta.

    Hogga-pen, consacrato ai piloti - Il mese dell'Aere
    A favore dei marinai e dei pirati abbiamo Hogga, dio dei venti e delle correnti, colui al quale vengono rivolte le preghiere dei piloti prima di partire per un volo. Considerato anche il dio della nascita, è a lui che le madri in pena per i figli si rivolgono quando sperano che tornino a casa sani e salvi, ed è sempre a lui che le levatrici si affidano al momento del parto. Si tratta di un dio benevolo, quieto, pacifico, che non istigherebbe mai alla guerra; per compiacerlo, spesso vengono intrecciate collane di fiori bianchi e lanciate da grandi alture: a seconda di dove verranno depositate dal vento, sarà possibile interpretare la volontà del dio.

    Rantro-pen, consacrato ai commercianti - Il mese dell'Oro
    Un dio estremamente gracile è quello dell'oro: si tratta di una divinità dalle sembianze fanciullesche. Si dice che i suoi occhi siano pietre preziose che cambiano a seconda del suo umore ed è a lui che viene fatto appello all'inizio e al termine di ogni trattativa commerciale.I mercanti hanno un altare dedicato al dio in ogni negozio. Nell'oro i papalliani credevano risiedesse la fonte dell'eterna giovinezza ed è per questo che il concilio annuale dei commercianti si svolge in presenza dell'imperatore nel suo momento di giovinezza, ossia esattamente dopo che questi ha rinnovato il proprio corpo.

    Vitate-pen, consacrato agli uomini di fede - Il mese del Fumo
    Il dio degli incensi, del fumo e della farsa è Vitate, una divinità lussuriosa e dedita al piacere carnale sotto sembianza di anziano dalla candida barba. Si dice che Vitate fosse un monaco papalliano estremamente dedito alla sua professione e così pio da diventare una divinità lui stesso al momento della sua morte. Suo è il nome che viene ringraziato prima dell'orgia annuale che permette alle Ighneel di mantenere la loro etnia, migrando una volta all'anno fino a raggiungere le altre tre etnie e sperare di rimanere incinte.

    Daccha-pen, consacrato agli insegnanti - Il mese della Carta
    La più saggia tra tutte le dee, colei che protegge le madri e i maestri. Su Sorara-khai la conoscenza è considerata ancora un dono senza pari, pertanto l'istruzione è tenuta in gran considerazione; sono stati i giapponesi a portare la tradizione secondo cui gli unici a non doversi inchinare innanzi all'imperatore sono gli insegnanti. Durante questo mese le lezioni vengono sospese per dare modo a coloro che hanno lavorato sodo durante il resto dell'anno di riposarsi e godersi le gioie della vita.

    Ydraka-pen, consacrato agli artisti - Il mese del Vento
    Questo è il mese in cui ogni forma di dipinto, canzone, spettacolo viene posto al centro dell'attenzione dell'intero pianeta. Ogni eventuale conflitto viene fermato e persino le discriminazioni verso i papalliani si attenuano in parte, dando modo a tutti di godere dell'atmosfera di serenità che dilaga tra una decorazione e l'altra. Non è insolito vedere pittori e musicisti ad ogni angolo intenti a professare la propria arte e spesso vengono profumatamente pagati per farlo. Ydraka è la sposa di Mazmaza e come lui ha un ricercato senso della bellezza, motivo per cui è a lei che si rivolgono le persone di talento - qualunque sia l'ambito - per riuscire a sbocciare e liberare appieno il proprio potenziale.

    Murbro-pen, consacrato ai viaggiatori - Il mese della Polvere
    Durante questo mese vengono posti attenzione e ringraziamento a tutti quei cittadini il cui lavoro di solito si dà per scontato: gli addetti ai trasporti, i messaggeri, gli esploratori e le spie. Durante questo mese i viaggiatori hanno l'opportunità di stare a casa con le loro famiglie e godersi l'atmosfera della loro città natia. Inoltre, il corrispettivo papalliano delle Olimpiadi terrestri combacia con il mese consacrato a Murbro, l'instancabile divinità lavoratrice. Durante il mese della Polvere verranno svolte gare di ogni singolo sport per eleggere in ciascuna disciplina il migliore atleta: ogni sport avrà un giorno di riferimento e le gare per competere in quello specifico ambito si terranno solo in quel determinato giorno, non vi saranno seconde possibilità fino all'anno successivo.

    Frolku-pen, consacrato ai comandanti - Il mese della Cenere
    La divinità del comando, fratello di Daccha. A lui fanno riferimento tutti gli abitanti di Sorara-khai dalla cui carica dipendono le vite di altre persone. Si tratta di una divinità estremamente severa, difficile da compiacere, ma che stringe tra le mani il semplice potere della fortuna: la benevolenza di Frolku va di pari passo alla fortuna dell'individuo.
    Durante questo mese vengono offerti degli omaggi alle famiglie dei comandanti per ringraziarli del duro lavoro che essi hanno compiuto per Sorara-khai.


    Mappa e note climatiche

    Su Sorara-khai le stagioni non esistono, il che significa che la neve resiste tutto l'anno. Sono però presenti i climi tipici di ciascun ambiente: il clima secco del deserto, quello umido delle foreste, il clima rigido dei ghiacciai e quello affatto temperato dei monti.
    Qui di seguito una mappa:


    hwyl fawr.



    Edited by ~ Nocturne· - 25/12/2013, 12:35
     
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